Giro d’Italia 2018, Aru: “Prevedo 21 giorni tutti decisivi. Dumoulin e Froome sono i super favoriti”
L’attesa per il Giro d’Italia 2018 è praticamente finita. Mancano infatti cinque giorni alla Grande Partenza dell’edizione numero 101 della Corsa Rosa. I vari corridori stanno raggiungendo in questi giorni Gerusalemme per le operazioni preliminari della corsa. Fra gli uomini più attesi c’è sicuramente Fabio Aru che torna al Giro dopo due anni di assenza. Il sogno del corridore sardo ovviamente è quello di salire con la maglia rosa sul podio finale di Roma, dopo aver già chiusdo la corsa al terzo e al secondo posto rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Il portacolori della UAE Team Emirates in un’intervista a Repubblica ha voluto dire la sua sulla partenza da Israele che ha alimentato diverse polemiche negli ultimi mesi: “Una scelta azzeccata. Da appassionato di viaggi pedalare a Gerusalemme e Tel Aviv mi incuriosisce particolarmente. Paura? Nessuna. Lo sport unisce sempre”.
Il campione italiano si è poi soffermato sulla sua condizione soprattutto dopo che al Tour of the Alps è sembrato più in difficoltà rispetto ai suoi avversari: “Arrivo al Giro giusto, pronto per il salto di qualità che il blocco di lavoro al Sestriere dovrebbe consentirmi di fare. Al Tour of the Alps ero ancora imbastito, un gradino sotto i migliori: mi mancava ritmo. Allo Zoncolan mancano venti giorni: c’è spazio per crescere. Sappada, la crono, il trittico piemontese: lì bisognerà essere al top”. “Ci ho lavorato moltissimo sulla cronometro – aggiunge Aru – In galleria del vento al Politecnico di Milano. Mi sento migliorato. Certo non sono al livello di Froome e Dumoulin o degli specialisti ma penso di potermi difendere“.
Ultima settimana chiave, ma non solo per il portacolori della UAE Team Emirates: “Prevedo 21 giorni tutti decisivi. Gli ultimi dieci, dallo Zoncolan a Cervinia, tostissimi: 5 arrivi in salita in una settimana, con in mezzo una crono. E prima l’Etna, Campo Imperatore, Montevergine. Pazzesco”.
L’attenzione di Aru è poi andata sui suoi avversari a partire da Chris Froome e le polemiche sul caso salbutamolo che lo hanno accompagnato in questi mesi: “Non ci penso al caso di Froome. Per il bene del ciclismo avremmo voluto una decisione ma se il regolamento dice che può correre, è giusto che ci sia. Insieme a Dumoulin è il super favorito. Li metto su un gradino più alto”. Frome e Dumoulin, ma non solo così come spiega il sardo: “Occhio a Pinot. Sta bene è cresciutissimo. Chaves ha più esperienza, ma Lopez ha dimostrato di andare molto forte. Outsider? Pozzovivo e Formolo”.
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